Chi si occupa di assistenza agli Anziani, che si tratti di Assistente Familiare, di Operatore non qualificato o di OSS, sente spesso parlare di “contenzione” o, addirittura la applica, senza avere ben chiaro di cosa si tratta.
Questo avviene quando si assistono Persone con deficit cognitivo che presentano disturbi del comportamento come, ad esempio:
- agitazione psico motoria,
- wandering,
- affacendamento,
- vocalizzi ed urli,
- irritabilità e rifiuto dell’assistenza,
- aggressività
- disinibizione
- disturbi del sonno
-
E’ vero che assistere Persone che presentano questo tipo di comportamento è stancante, frustrante e che, quando l’Assistito è particolarmente agitato, vorremmo solo che si calmasse e stesse fermo.
Tuttavia, è anche vero che troppo spesso e a volte in modo improprio, attribuiamo questi atteggiamenti solo alla malattia e non ci soffermiamo a capire quali sono le cause scatenanti l’agitazione stessa.
Cosa succede allora? Succede che la prima cosa che viene in mente è quella di chiedere al Medico di prescrivere qualcosa per “farlo dormire” o per “farlo stare calmo”.
Oppure, quando proprio non se ne può più, si applica una bella cintura e leghiamo l’Anziano alla poltrona o alla sedia così almeno per un po’ si respira.
Tutto questo è grave, perché significa che, rispetto alla contenzione, si sta agendo senza sapere che si stanno provocando gravi danni all’Anziano. Atti che possono risultare illeciti e punibili anche penalmente.
Vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza e, soprattutto, di capire quali sono le alternative alla contenzione.